Athos Simonini nasce a Reggio Emilia il 25 marzo 1927.
Studia ragioneria presso l’Istituto Scaruffi, conosce Ezio Comparoni, insegnante e scrittore con lo pseudonimo di Silvio d’Arzo, che avrà una grande influenza sul suo amore per la scrittura e l’arte in generale.
Vive vicino alla Stazione, di Reggio Emilia. Gioca a calcio con i pulcini della Reggiana nel vicino stadio Mirabello. Un osservatore dell’Inter lo prende in considerazione, ma poi lo scarta per il fisico troppo minuto e la bassa statura.
Quando la città viene ripetutamente bombardata, ritorna a casa da scuola con l’impermeabile macchiato dal sangue del compagno, che ha perso una gamba. La casa vicina alla stazione è circondata da macerie e diventa troppo pericolosa.
Athos e la madre si trasferiscono in campagna, a Trignano di San Martino in Rio. Lì conosce e frequenta la famiglia Terenziani, diventando amico dei fratelli e si innamora della futura moglie Maria Teresa, coetanea e studentessa del Liceo Classico. Continuano a frequentarsi e a guerra finita, Maria Teresa interrompe l’università, si sposano e vanno ad abitare nella grande casa dei Simonini nel viale della stazione, che lasceranno solo nel 1964. Nascono tre figli, Enrica, Valeria e Giampaolo.
Maria Teresa diventa maestra e Athos trova lavoro presso la Cassa di Risparmio di Reggio Emilia come bancario. Continua a scrivere poesie e brevi racconti, e dal 1960 pubblica sulla rivista dei bancari.
Fervido tifoso dell’Inter, pubblica sulla Gazzetta dello Sport riflessioni sul calcio e sullo sport in generale.
Si definisce “malato di idiosincrasia”, al quale prescrivono da bambino una matita azzurra per riempire gli spazi bianchi accostati al nero.
A partire del 1972 inizia a dipingere ad olio, rappresentando volti e figure femminili.
La sua opera pittorica si svolge nell’arco di un tempo che va dal 1973 al 1979, tutta incisa e scavata attorno alla figura della donna.
Colpito da infarto mentre si trovava sul lavoro, è mancato all’età di 51 anni, nel pieno dell’attività creativa e mentre preparava la sua prima mostra.
Athos ha lasciato una testimonianza di oltre 100 opere d’arte, poesie e racconti, conservate fino al giorno d’oggi dalla sua famiglia e che per la prima volta si espongono in questa web.
Nella Babele dei linguaggi artistici degli ultimi anni è difficile trovare percorsi costanti, si trovano costanti momenti di confusione, mercanti di scoperte sensazionali, tanti cercatori d’oro senza scrupoli, molti burattinai e burattini, pochissimi cantastorie, uno di questi sicuramente è Athos Simonini.
Matilde Hernandez Lorente